weople, l‘app italiana per controllare e gestire i nostri dati digitali
I nostri dati digitali, cioè tutte le informazioni che forniamo ai big della tecnologia quando ci iscriviamo a social o siti, o anche semplicemente tramite la carta fedeltà del supermercato, stanno diventando il nuovo “oro nero” del XXI secolo. E come tale, tutti lo vogliono, perché da questa mole di dati si possono ricavare altre informazioni su di noi, da trasformare in oggetto per campagne pubblicitarie mirate. Parte da qui il progetto di Weople, la prima app che si occupa della gestione consapevole dei dati digitali. Sviluppata in Italia da Hoda, startup creata e guidata da Silvio Siliprandi, Weople punta a restituire ai cittadini il controllo di queste informazioni, garantendo maggiore sicurezza come consentito dall’entrata in vigore della norma europea sulla protezione dei dati, meglio conosciuta come GDPR.
Una banca fatta dalle persone per le persone
Weople è una sorta di banca per mettere in sicurezza e investire non in soldi o azioni, ma in dati personali digitali. «Fin dall’inizio la GDPR mi è sembrata una bellissima legge, che finalmente dà dei diritti ai cittadini e si rende conto del mondo in cui stiamo vivendo – spiega Siliprandi – inoltre aiuta a fare in modo che i dati riescano a circolare liberamente creando concorrenza e competizione». L’app ha come obiettivo, infatti, mettere al centro le persone «restituendo loro il protagonismo», rendendole attori consapevoli e attivi. Siliprandi ha seguito l’iter della legge fin dall’inizio e da lì è arrivata l’idea «autolesionista», come l’ha scherzosamente definita, di pensare ad una piattaforma, che si tramuta anche in app, dove convogliare tutti questi dati. Formando una banca fatta dalle persone per le persone.
Cosa possiamo fare
Dopo aver scaricato l’app, (disponibile per Android e come web app) possiamo inserire tutti i nostri dati nel salvadanaio, per poi decidere come investirli oppure proteggerli nel modo più corretto. Ancora, possiamo far valere i nostri diritti introdotti dal GDPR, per esempio monitorando quando, inconsapevolmente, abbiamo fornito delle autorizzazioni alle aziende. L’app, poi, esercitando la data portability (l’art. 20 della legge), cercherà di massimizzare il valore di tutte queste informazioni restituendolo agli utenti per il 90%, al netto delle spese di esercizio. «Una modalità di monetizzazione dei dati avviene in modo molto semplice e rivoluzionaria, ma si potrà percorrere solo quando saremo in tanti – prosegue Siliprandi – Cioè quando diventeremo una piattaforma di comunicazione di marketing, dove faremo arrivare agli utenti delle offerte mirate». Si potranno poi ricevere anche dei premi, direttamente in denaro, attraverso delle estrazioni.
Come proteggere i nostri dati
Un altro aspetto interessante di Weople è che, come primo caso al mondo, l’app consente di revisionare tutti i consensi dati alle aziende, chiedendone una copia. Così possiamo decidere anche di riavere il possesso dei nostri dati. Non è un processo semplice e immediato, ma il lavoro dell’app è proprio questo, nell’interesse degli utenti. «Le persone si devono rendere conto del potere che hanno nelle loro mani con questi dati, sarà un bel viaggio ma dobbiamo renderci conto che ci stiamo giocando la dignità del nostro futuro. Il problema è che ora non li abbiamo a disposizione, invece con una modalità semplice come l’app lo potremo fare».
di Cecilia Mussi, corriere.it
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